Il Diario di Viaggio è la forma più antica di racconto e si può dire sia nata prima della storia.
L'uomo ha sempre avuto bisogno di fare relazioni a se stesso e agli altri uomini su ciò che aveva visto e vissuto ancora prima di rappresentare la sua storia mediante le immagini o la scrittura. I disegni incisi dall'uomo preistorico nelle caverne o sulle rocce sono già relazioni di popoli nomadi che raccontano le loro impressioni: i rilievi della Colonna Traiana sono un immenso resoconto di viaggio realizzato per immagini.
Che il viaggio si trasformi per i posteri in storia è uno di quei giochi del destino che fa sopravvivere il Diario del viaggiatore alle distruzoni che il tempo opera sulle cose: Erodoto, l'universalmente riconosciuto Padre della Storia, prima ha viaggiato nel suo mondo, poi lo ha descritto e la sua "relazione" è giunta fino a noi a testimoniare cose delle quali per la maggior parte sopravvivono solo briciole.

Di Diari di Viaggio ce ne sono moltissimi, soprattutto negli ultimi secoli, ma quelli maggiormente noti vivono del riflesso della fortuna che ha avuto l'opera del suo autore e ne sono un po' il complemento: pensiamo ai Diari di Viaggio di Goethe e Stendhal, Mommsen, Gibbon e Gregorovius che si pubblicano ancora oggi perchè i loro autori hanno prodotto grandi opere. Insomma, il Diario è un po' come la barchetta di servizio trascinata dal grande veliero, è piccola, ne segue la scia e mai la abbandona. (Emilio Delfino)

Tutta la cura per i particolari si ritrova nei suoi dodici famosi diari manoscritti su carta ottocentesca.  Di essi solo gli ultimi tre sono stati pubblicati come manoscritti a stampe e riguardano per il primo gli anni dal 1991 al 1995, per il secondo gli anni 1996-97 e per il terzo in corso di stampa, gli anni 1998-1999. Da soli questi volumi, che raccolgono i racconti e i documenti dei viaggi effettuati  dal ’59 ad oggi, potrebbero già essere considerati un’opera eccezionale. Non c’è dubbio infatti che il corredo di mille e più disegni di profili di coste e città, i numerosi schizzi di quadri celebri visti nei musei, assieme alle innumerevoli annotazioni e riflessioni dell’autore, costituiscono un documento storico-geografico di notevole valore.
In essi Delfino ha profuso tutta la sua esperienza di uomo di mare e in particolare le sue conoscenze della navigazione sottocosta, ben nota agli antichi navigatori. Interi fogli riportano i profili di terra da Gibilterra ad Istanbul; sono centinaia, forse migliaia le striscie disegnate che rilevano ogni particolare delle coste. Questi schizzi eseguiti in un primo momento sulla barca, talvolta in condizioni di navigazione difficile, ricevono la prima coloritura ad opera… della punta del sigaro masticato, che il nostro cartografo tiene spesso tra i denti, usato alla stregua di inchiostro di seppia o d’acquerello.